Il pastore della chiesa battista di Kherson, Pavlov Smolyakov, ha denunciato al Guardian la scomparsa di 58 bambini durante la guerra.
Nonostante la liberazione di Kherson, la guerra tra Russia e Ucraina continua. La riconquista di Kherson segue di poco la ritirata dei russi oltre il fiume Dnepr, che ha segnato la fine di nove mesi di occupazione. Circa un mese fa le truppe del Cremlino hanno abbandonato la città di Kherson.
I raid inviati dalla Russia hanno causato un blackout generalizzato in Ucraina, e gli abitanti stanno combattendo contro il gelo della stazione invernale. Le temperature sono scese a – 5 gradi. Con l’arrivo della stagione fredda, secondo gli Stati Uniti il conflitto dovrebbe rallentare un po’.
Il racconto del pastore
Secondo quanto riferito dal giornale Guardian, all’Onu starebbe circolando una bozza di risoluzione per un tribunale in stile Norimberga che attribuisce alla Russia la responsabilità dei crimini di guerra commessi in Ucraina. La denuncia arriva direttamente da Kiev, che sostiene che ammontano a 9.400 i civili uccisi dai russi.
In questa situazione, il pastore della chiesa battista di Kherson, Pavlov Smolyakov, ha dichiarato all’inviato della Rai Gianmarco Sicuro di avere dato rifugio nei sotterranei della chiesa per due mesi 58 bambini tra cui orfani e in affido. I bambini avevano un’età compresa tra i 4 mesi e i 4 anni. Si è trattato di un accordo con l’orfanotrofio nel momento in cui i russi hanno invaso la città.
Poi, poco prima della ritirata delle truppe russe, Il Navigatore (un militare delle truppe del Cremlino) si sarebbe recato nella chiesa insieme ad alcuni uomini dei servizi segreti. Affermava di essere responsabile di questioni umanitarie e che faceva le veci di Putin. A quel punto hanno intimato al pastore di consegnargli i bambini. Il racconto del pastore: «Non li ho più visti ma so che sono in Crimea». Anche il custode e dalla vicedirettrice dell’orfanotrofio hanno confermato la versione.
